Ricordate il '700 galante?
Ebbene scordatevelo!
Scordate le soffici tinte pastello delle lacche veneziane, le garbate movenze di un minuetto salottiero e, ancor più, l'effimero parlar d'amore tra una dama ed un cavaliere...

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Presentazione

Ricordate il '700 galante?
Ebbene scordatevelo!
Scordate le soffici tinte pastello delle lacche veneziane, le garbate movenze di un minuetto salottiero e, ancor più, l'effimero parlar d'amore tra una dama ed un cavaliere.
In Zamberlucco e Palandrana l'autore gioca a rappresentare l'esatto oppo­sto: le sinuose e specchiate consolle lasciano il posto a rozzi tavoli da taver­na, i leggiadri intrecci coreutici si mutano in ciniche seppur goffe movenze armate, mentre i languidi convegni d'amore fanno largo all'esercizio di una sensualità malinconica e a tratti decadente.
Nell'intermezzo di Alessandro Scarlatti regna incontrastata la più cinica rappresentazione d'una palese misoginia che non ha vergogna di se stessa: le donne vengono paragonate a bestiole, vengono irrise per le loro pulsioni amorose, vengono sfruttate e poi brutalmente rifiutate e mortificate quando in loro svanisce la beltà!
... sessantasei sono gli anni vostri ... siete roba antica ... di crespe la faccia è piena ... voi siete vecchia e, con licenza, matta!

Ma attenzione!
Il Cavalier Scarlatti riesce a compiere un vero prodigio di riequilibrio delle dinamiche drammaturgiche.
Chi ascolta l'opera ha fin da principio l'inconscio sentore, il segreto presen­timento che l'arroganza maschile non resterà a lungo impunita.

Il compositore riesce infatti ad insinuare nel personaggio di Zamberlucco, giovine da bravo, una sottile ed impalpabile imbranataggine, con il duplice effetto di alleggerire la gravità delle sue azioni e di conferire all’Operina i ritmi della farsa.
Specularmente Scarlatti innesca nel personaggio di Palandrana. anziana vedova, un crescente moto d'orgoglio ed un sano istinto di autodifesa.
Questi elementi riescono a garantire all'intermezzo di terminare in gloria, ovvero con una giusta e gustosa pena del contrappasso.

I tre intermezzi tra Palandrana vecchia vedova e Zamberlucco giovine da bravo, musicati dal Cavalier Alessandro Scarlatti, ebbero prima rappresen­ tazione presso il Teatro San Bartolomeo di Napoli nel 1716.
Destinati all'intrattenimento del pubblico partenopeo durante gli intervalli dell'opera seria Carlo d'Alemagna dello stesso Scarlatti, godettero di buon successo nel XVIII secolo, per uscire drasticamente di repertorio dal XIX se­ colo in poi.
Bisogna riconoscere che i gusti e le mode musicali dell"8oo e della prima metà del '900 hanno fortemente penalizzato la tipologia dell'intermezzo settecentesco, lasciando alla sola Serva Padrona, e solo a quella pergolesia­ na, l'onore e l'onere di rappresentare l'intero genere.
Dalla seconda metà del '900 assistiamo ad una sostanziale inversione di tendenza.
La rivalutazione dell'opera antica, l'attenzione ad una esecuzione filologica­ mente corretta delle partiture e la loro divulgazione attraverso la stampa ed i supporti audio visivi, hanno caratterizzato una felice stagione di baroque renaissance che ancor'oggi vive e prospera.
Ecco che in questi ultimi sessant'anni si sono succedute frequenti e pregevo­ li riscoperte.
Dalla prefazione all’edizione a stampa del 2013 a cura di Marco Bellussi

L’allestimento dell’Intermezzo “Palandrana e Zamberlucco” di Alessandro Scarlatti vuole essere un momento di sviluppo delle attività del LABORATORIO PER L’OPERA BAROCCA organizzato da BAROCCO EUROPEO, che da anni, con i Seminari Internazionali Musica Barocca tenuto da professionisti di livello internazionale come il contralto Sara Mingardo, attrae musicisti e professionisti da tutt’Europa. Questo spazio di realizzazione diventa perciò occasione di veicolo promozionale in ambito artistico delle nuove ed emergenti risorse artistiche e professionali.

Esecutori

Progetto: Donatella Busetto
Direzione e concertazione: Donatella Busetto
Regia: Marco Bellussi
Palandrana: Anastasia Cazzola
Zamberlucco: Pedro Bomba

Ensemble strumentale Cenacolo Musicale
Arrigo Pietrobon – Oboe
Giacomo Catana, Mauro Spinazzè, Federico Lovato – Violini
Massimo Raccanelli – Violoncello
Mauro Zavagno - Violone

Curriculum

Marco Bellussi Il suo repertorio spazia da Monteverdi (Orfeo, Il combattimento di Tancredi e Clorinda, Il ballo delle ingrate) a Dido and Aeneas di Purcell; da Handel e Vivaldi (Tamerlano, Esther, La fida ninfa) all'Alceste di Gluck a Mozart (trilogia dapontiana, Die zauberflote, Die schauspieldirektor), Rossini (La cambiale di matrimonio, Il signor Bruschino, Il barbiere di Siviglia) e di Strauss (Die fledermaus), Puccini (Tosca, Butterfly), Wolf-Ferrari (Il segreto di Susanna), Hans Krasa (Brundibar). Ha curato alcune prime assolute in tempi moderni di opere antiche (Atalanta fugiens di Maier, Zamberlucco di Scarlatti, Marc’Antonio e Cleopatra di Hasse). Dal 2010 si dedica anche all'opera contemporanea. Ha allestito per il Gran Teatro La Fenice, Teatro Goldoni di Venezia, Biennale Musica, Teatro Olimpico di Vicenza, Teatro Comunale di Treviso, Teatro Comunale di Ferrara, Mittelfest, Teatro Gentile di Fabriano, Teatro Stabile dell’Umbria, Teatro Rendano di Cosenza e all’estero per il Teatro Principal di Vitoria, Teatro Principal di Saragoza, Teatro Isabel la catolica di Granada, Auditorium di Tubingen, Palais des Beaux Arts di Bruxelles, Festival di Musica Antica di Riga, JPAS Theatre di New Orleance. La RAI ha dedicato quattro speciali alla sua attività di regista. La RAI nazionale ha dedicato tre speciali alla sua attività di regista.

Pedro Bomba, baritono, si diploma in canto presso il Conservatorio di Perugia. Nel 2015 consegue il corso di perfezionamento del Lirico Sperimentale di Spoleto in canto barocco. Ha interpretato i ruoli di Chichibio e Masetto di Mozart, Norton, Filiberto e Martino di Rossini, Uberto di Pergolesi, sotto la bacchetta del M° Murray. Partecipa al premio internazionale Cimarosa in Aversa. Inoltre come solista ha cantato Messe e cantate di Mozart e Bach per la direzione del M° Caraba. In qualità di corista ha cantato presso la Basilica di S. Francesco, la Cattedrale di Assisi ad Erl (Au) e al Festival dei due Mondi nei cori d’opera diretti dai maestri Kuhn e Conlon. A settembre è stato uno dei protagonisti del Pan Opera Festival 2018.

Anastasia Cazzola è un giovane mezzosoprano bolognese.
Si è diplomata sotto la guida di Paolo Coni e Maria Gabriella Munari (già allieva di Luciano Berio) laureandosi col massimo dei voti (110/110) con un concerto pubblico presso il Teatro Comunale di Ferrara.
Si è perfezionata con Sara Mingardo, Gloria Banditelli, William Matteuzzi.
Tra i ruoli debuttati, Alisa in Lucia di Lammermoor di G. Donizetti a Bologna, Donna Elvira in Don Giovanni di W.A. Mozart nei teatri di Ferrara (Comunale C. Abbado) e Broni (Pv), e Cherubino in “Le nozze di Figaro” sempre di W.A. Mozart sotto la guida del Maestro Donato Renzetti, presso il teatro G. Rossini di Pesaro.
Nel gennaio 2016, al Teatro Comunale di Ferrara, ha eseguito Le Bestiarie di F. Poulenc e ha partecipato come voce recitante in brani di Alberto Savinio per l’inaugurazione della mostra “De Chirico a Ferrara. Metafisica e avanguardie” a cura della fondazione Ferrara Arte. Nel 2016 nell’ambito del Concorso “Virginia Zeani” le vengono quindi assegnati i ruoli di Suora Zelatrice e Seconda Cercatrice per una produzione di Suor Angelica di G. Puccini, in cartellone in alcuni teatri del circuito torinese e valdostano.
Oltre all’interesse per il repertorio operistico le sue caratteristiche vocali la portano ad esplorare anche il repertorio antico: dopo aver vinto il concorso per l’assegnazione dei ruoli dell’opera “Il ritorno di Ulisse in patria” di C. Monteverdi, ha debuttato il ruolo della nutrice Ericlea, nell’ambito del festival musicale bolognese “Corti, Chiese, Cortili” nell’estate 2017.

Cenacolo Musicale
Il gruppo di musica antica CENACOLO MUSICALE, matrice storica dell’Associazione BAROCCO EUROPEO, nasce per iniziativa di Donatella Busetto, clavicembalista, e dalla collaborazione di alcuni musicisti e studiosi che condividono preparazione professionale, attività concertistica e interesse per il genere barocco. Il repertorio del gruppo spazia tra musica strumentale e cantate sacre e profane di autori del 600 e 700, fino agli autori del tardo barocco e primo Classicismo. I programmi si articolano lungo specifiche tracce tematiche: la presentazione di particolari autori, l’approfondimento di forme e di generi, comparazione stilistica di più autori, individuazione di pagine composte in visione di particolari occasioni sociali o religiose dell'epoca. Gli organici, a geometria variabile, comprendono formazioni a voce solista con basso continuo, duetti per soprano e contralto con violini e basso continuo, voce solista e quartetto d'archi e basso continuo, duo cembalistico, concerti per strumento solista ed archi, quintetto vocale. Il gruppo ha eseguito concerti in Italia e all’estero in prestigiosi Festival: Festival Dimanche Musique Corpataux-Friburgo; Festival Anton Lucio Vivaldi – Trieste, Festival Parco in Musica – Terni; Festival Barocco di Viterbo; Festival Barokko - Trento; Festival Cusiano di Musica Antica-Lago d’Orta, MITTELFEST – Cividale, Festival Opera Barocca di Praga. A novembre 2016 ha pubblicato per l’etichetta ARCANA-Outhere il Cd di Duetti da camera Se con stille frequenti, con la partecipazione di Sara Mingardo, disponibile presso le maggiori piattaforme digitali, raccogliendo ottime recensioni presso le più importanti riviste specializzate italiane ed estere tra le quali L'Avant-Scène Opéra, Musica, Classic Voice, Amadeus, Gramophone. Nel 2017 con lo spettacolo ZEFIRO TORNA, sui madrigali di Monteverdi rappresentati in forma scenica (regia di Marco Bellussi, direzione di Gianluca Capuano) ha partecipato al MITTELFEST di Cividale e al Festival Opera Barocca di Praga – Ploskovice, ottenendo un brillante consenso di pubblico e critica. Ha recentemente partecipato all’edizione 2018 del Festival Carniarmonie, con lo spettacolo Palandrana e Zamberlucco presso il Teatro Italia di Pontebba.